Sorry for the inconvenience

Le mirabolanti avventure di Baltazar, il supereroe afasico, e del suo assistente rag.Calderi, nella lotta contro il terribile Proteus nell'Abisso della Pivka, con l'aiuto del simpatico Salmonellosi e di tanti altri incredibili amici, non verranno purtroppo trattate su questo blog a causa di un'agitazione sindacale.

30.9.06

KILL THE DJ

Stasera (sabato 30 settembre) tutti alla Pandemic Night! Il nome attira vero? Il programma è questo: dalle 20 fino a notte fonda musica elettronica, ricerca e arti visive. Quindi se volete andate in via della Moscova 28 a Milano, ma io declino ogni responsabilità.
Lunedì 2 ottobre sempre a Milano, ma stavolta al Mondadori Multicenter, c'è la presentazione del libro "Le vie dei sensi" di Lucia Morello, con la partecipazione del noto chef Davide Oldani (ecco la recensione del suo ristorante). Ragioni per andarci: la degustazione del vino Lacrima di Morro d'Alba.
Il giorno successivo ovvero, se non erro, martedì 3, se avete Sky (e se no prendetevelo) potete guardare su Canal Jimmy alle 22.50 il fantastico spettacolo "Le balene restino sedute" (1989) di Alessandro Bergonzoni!
Giovedì 5, se proprio non avete niente di meglio da fare, andate ad ubriacarvi all'After Business Party del Caffè Roma, in via Ancona 2 a Milano. Alle 19 inizia la serata inaugurale di quest'anno, quindi le probabilità di bere gratis sono maggiori (circa lo 0,1%).
Infine venerdì 6, immaginando naturalmente che siate in ferie e liberi da ogni impegno, allacciate le cinture e partite alla volta di Mantova per la rassegna "Salami e salumi". Tornando, visto che siete di strada, fate un salto anche a Chiavari per "Pesto e dintorni".
Per ora è tutto... buona settimana!

29.9.06

SPECCHIO


Quando c'è il sole, il silenzio si sente di più; e anche se sei in mezzo alla città senti il rumore dei tuoi passi, e il rumore dei pensieri degli altri. Ti sembra di poter camminare più lentamente.
Ma di notte se mi guardo allo specchio non riesco a vedere il sole sulla mia faccia, anzi più tempo mi espongo alla luce e più divento scuro... A volte passo le serate a cercare segni del mio passato scavando sotto il mio letto, in cantina, o profanando tombe nella mia mente. Altrimenti cerco segni del mio sempre sulla mia pelle.
Chissà come ti vede adesso il tuo specchio, ammesso che ognuno abbia davvero il suo e che non ci sia, invece, un unico grande specchio in cui tutti ci riflettiamo, il Grande Specchio che ci controlla e riflette su tutti noi. Forse sei un po' ubriaca, hai le palpebre un po' chiuse e le guance leggermente arrossate, hai il trucco che ti si sta sciogliendo sotto gli occhi dopo la discoteca; forse sei così ubriaca che guardandoti nello specchio ti vedi sobria. E lo capisci, di non essere sobria, solo quando ti accorgi di essere ancora davanti allo specchio, a fissare i tuoi stessi occhi.
A me fanno impressione gli occhi, ma mi piace guardare dentro i miei, vedere ciò che vedo e allo stesso tempo vedere ciò che mi vede e attraverso cui vedo. Mi perdo nel bianco del mio bulbo oculare pensando che forse io non sono questo ma quello dell'altra parte, oppure non sono neppure quello e in definitiva non sono nessuno dei due, ma un terzo, che non è neanche presente. E così dopo qualche secondo smetto di comprendere e mi dimentico che mi sto guardando in faccia, e inizio a pensare al riso.
E' buono, il riso. Il risotto con i funghi. Il risotto alla milanese. Il riso con i peperoni, non tutti dello stesso colore, alcuni gialli e alcuni rossi, non troppo pesanti da digerire ma che, comunque, abbiano sapore di olio e di cipolla. Il riso in bianco condito con dadini di salame, o addirittura anche di wurstel, quelli scadenti seppure non scaduti del supermercato. Il riso in brodo. La minestra di riso al sugo. Il riso con le patate, quello praticamente insapore, ma capace come nessun altro piatto di farti capire che stai mangiando, l'unico in grado di darti la sensazione vera e propria del cibo, della sostanza. Riso e lepre: credo di averlo mangiato, una volta, il riso con la lepre. Mi sembra.
Probabilmente adesso sei a letto, hai i capelli sciolti sul cuscino. Chissà come dormi, se girata su un fianco o a pancia in su, o raggomitolata da una parte, aggrappata alla coperta, o, come fanno certi, con le mani sotto il cuscino, come per assicurarsi che il vento non si porti via la testa. Sei avvolta nei tuoi capelli e stai per chiudere gli occhi, per non essere più vista da nessuno.
Io invece sono ancora qui, sveglio, da solo e davanti agli occhi di tutti. Eviterei volentieri, se potessi, di passarmi (sadicamente) la mano sulla testa per evidenziare (masochisticamente) i vuoti lasciati dalle mie foglie cadute; me ne starei appoggiato sulla sabbia ad ascoltare le stelle cadere. Ma ora grazie al destino, a Dio, a chi per lui, so di non essere un granello di quella spiaggia.
Per ricordarmelo c'è lo specchio, è a questo che serve: a vedere del mondo la parte di dietro. A guardare la morte in un pezzo di vetro.

(2001)

28.9.06

EL TRISTE RITUAL DEL OLVIDO


Gotan Project, "Celos" (Lunatico)
Squarepusher, "The exploding psychology" (Go plastic)
Sigur Ros, "Heysatan" (Takk...)
Fabri Fibra, "Venerdì 17" (Mr.Simpatia)
Pink Floyd, "Astronomy domine" (The piper at the gates of dawn)
Diana Krall, "It could happen to you" (From this moment on)
Cesare Basile, "Finito questo" (Hellequin song)
Peeping Tom & Odd Nosdam, "Five seconds" (Peeping Tom)
Ryuichi Sakamoto & Morelembaum 2, "As praias desertas" (Casa)
Archive, "The pain gets worse" (Take my head)

27.9.06

PARENTI & SERPENTI


Mi si fa notare da più parti che sul mio blog abbondano i serpenti. Per non turbare la sensibilità dei lettori oggi ho deciso di inserirne soltanto uno: potete vederlo qui e anche qui.
A proposito di biscioni, vorrei segnalare la bellissima intervista a Luigi Berlusconi junior, il figlio 18enne del Cavaliere, apparsa ieri sulla Gazzetta dello Sport (che, com'è noto, si è trasformata nell'organo ufficiale del Milan). Ne riporto un breve estratto:

- Luigi Berlusconi, domani compie 18 anni: che effetto le fa?
- E' un bel traguardo, sono felice. Capisco di non essere più un ragazzino, ma in questo momento associo la prima idea di diventare maggiorenne alla possibilità di avere la patente, anche se non sogno un'auto nuova. Mi basta quella di mia sorella Barbara, che lei non usa mai: è un'Audi A3, e per fare esperienza è già tanto alla mia età. (...)
- Dove festeggerà?
- Sarò a pranzo con la mia famiglia. Poi alla sera uscirò con Francesca, che è la mia ragazza da due anni e mezzo. Ma senza nulla di particolare, al massimo sabato sera radunerò un po' di amici. (...)
- A parte gli studi e il Milan, cosa c'è nel suo futuro immediato?
- Negli ultimi due anni ho accompagnato, come volontario, un gruppo di ammalati a Lourdes. Essere a contatto con gente che soffre e capire di poter essere d'aiuto a tanti ammalati è stata un'esperienza unica, che mi ha insegnato molto. Vorrei che questa esperienza mi accompagnasse anche nei prossimi anni, perché ho sempre tanto da imparare anche da chi è meno fortunato di me.

Tanti auguri Luigi!!!

26.9.06

MONDO CANE

In omaggio ai "documentari" degli anni '60 ecco alcune simpatiche immagini per allietare la vostra giornata.




25.9.06

IL CIBO DEGLI DEI


Non ho nuovi ristoranti da recensire (per fortuna del mio portafogli) e allora il pensiero corre inevitabilmente al mito della nostra generazione, la meta principe di ogni gita gastronomica, il
locale che da tempo immemorabile staziona ai vertici di tutte le classifiche di rendimento e che negli anni ha soddisfatto ogni possibile palato.
Sto parlando, ovviamente, del Crotto da Gusto.
E il mio pensiero ci corre, al Crotto, anche perché finalmente sabato 7 ottobre - tra meno di due settimane - sarà tempo di una nuova adunata, per la quale sono già stati reclutati ospiti (detti anche "carne da macello") a livelli record.
Nel frattempo, che posso dire? Il Crotto di Gusto è sì sede di mangiate pantagrueliche e di bevute micidiali - colpa del vino che scorre a fiumi e della bottiglia di grappa finale - ma non ha nulla da invidiare alla più alta cucina dal punto di vista della qualità.
La teglia di polenta onscia che vedete nella foto sfugge a ogni definizione e merita soltanto di essere ammirata in silenzio e con la massima devozione. Ad accompagnarla, piatti di analogo spessore: cotechino, cacciagione, tagliatelle, formaggi e naturalmente la temutissima crostata finale, un'epica prova da superare a qualsiasi costo.
Parlando di costo, chiudo con una postilla mai abbastanza sottolineata: il prezzo di questo pranzo epocale è di 20 euro tutto compreso.
Non trovo le parole per continuare: leggetevi la recensione completa e riflettete su quello che finora vi siete persi.

23.9.06

COSA SI FA? DOVE SI VA? ANDIAMO...

Settimana per la verità avara di avvenimenti, faccio un breve riepilogo:

Oggi alle 18, per chi abita a Castellanza o nei dintorni, c'è l'inaugurazione di un nuovo locale: lo Sparkling Café (perlomeno credo sia questo il nome), di fronte alla stazione. Insomma l'occasione per farsi un aperitivo gratis. Stasera invece al Rolling Stone di Milano riprendono le serate internazionali: ingresso e consumazione a 6 euro per chi ha la tessera.

Domenica 24 se siete a Trani (cosa assai probabile) potete recarvi al Castello Svevo alle 21 per assistere al dialogo tra Alessandro Bergonzoni e Curzio Maltese. A Milano, invece, c'è la nottata di chiusura del Milano Film Festival.

Martedì 26 e Mercoledì 27 torna la Champions League. Stasera alle 20.45 c'è Lille-Milan, i rossoneri finora hanno sempre vinto. Potrebbe essere la volta buona.

Venerdì 29 alle 18.30 potete venire con me a Cantù per la presentazione della locale squadra di pallavolo maschile di B1. Per la serata, invece, vi segnalo a Milano la riapertura del Tunnel, storico locale "underground": l'inaugurazione per la verità è stata un po' deludente, magari stasera va meglio, se no ci si può sempre fare un doppio sparo al Saloon.

Per ora non mi viene in mente altro.. segnalatemi eventuali appuntamenti "da non lisciare" (come dicevano i giovani di una volta).

22.9.06

ZETA

Era bianca, completamente bianca. Cioè, era nera, perché era tutta fatta di basalto; ma il sole la illuminava rendendola candida e accecante, e anche di notte, guardandola, sentivi male agli occhi. Alle sorgenti del Rio Preto si innalzava la città, ed era una città bianca e misteriosa, perché misteriosi erano i suoi abitanti, quasi certamente quelli del Popolo Antico, e misteriose le sue lettere incise nella roccia.
Non l’ho mai vista, naturalmente, e nessuno l’ha mai vista perché nessuno la può vedere. “Ma anche se Raposo l’ha sognata” diceva il Colonnello, “e anche se gli indigeni l’hanno sognata, Zeta esiste. Io sono da vent’anni in America e ho capito, ne sono sicuro”. Anch’io ero sicuro, avevo capito; anch’io, di notte, la sognavo, i cerchi magici e l’oro e l’alabastro, e quelli del Popolo Antico che gridavano, immersi nel biancore abbagliante, e tutte insieme le loro grida salivano al cielo dalle terrazze e dalle cime delle torri infinite e sembravano un canto, il canto della luce.

Jack era morto, probabilmente. Non riesco a ricordare, ma penso che dovesse essere morto, perché ho impresso negli occhi il dolore degli occhi del Colonnello, e perché da un certo punto in poi lui non c’era più, questo lo ricordo bene, eravamo soli il Colonnello e io nella foresta. Sì, era morto, naturalmente era morto. Forse lo avevano attaccato, colpendolo al collo con le frecce acuminate, ma lui era riuscito a sopravvivere ancora qualche giorno. O più probabilmente lo avevamo lasciato in qualche villaggio indigeno, in preda alle febbri e al delirio.
Anch’io ero malato. Passavo il giorno a sudare, e mi sembrava di nuotare in un solo grande intrico di piante e terra, senza mai riuscire a respirare l’aria. Non potevo dormire e mangiare, e dovemmo lasciare il baule in mezzo alla foresta perché non ne sopportavo più il peso sulla schiena. Il Colonnello mi costringeva a inghiottire quelle erbe curative di Roberto, e mi colpiva sulla schiena per farmele mandare giù; e più mi curavo, più vedevo i portali neri di Zeta aprirsi e innalzarsi fino al sole, e le aquile e i giaguari dei bassorilievi prendevano vita e si sfidavano nel cielo.

Ricordo quando dormimmo al Campo del Cavallo Morto; era lì che il Colonnello si era dovuto fermare con la sua prima spedizione. Jack era ancora vivo, allora, e io stavo bene, o così credevo. Il Colonnello lasciò andare i mulattieri spaventati, e diede loro una lettera per la moglie. Diceva che ce l’avremmo fatta.
“Ho paura, Raleigh” mi confidò il Colonnello guardando il fuoco che si spegneva piano.
“Paura di che cosa, Colonnello?” risposi io, intimorito dal verde e dal buio. Jack dormiva già nel suo sacco. Il Colonnello si tolse il cappello e rimase pensieroso.
“Ce la faremo, non è vero?” insistetti.
“Non è questa la mia preoccupazione, non è questa, davvero. Nessuno ci farà del male, e comunque so a cosa andiamo incontro. Il mio timore è di non trovarla, di non vedere mai le torri e le statue di Zeta. Se torneremo a casa senza niente in mano, diranno che sono un pazzo, un visionario accecato dalla sete di ricchezze. Non capiscono, non potranno capire: Zeta è la città perduta. Io devo trovarla.”
“Io la capisco, Colonnello” gli risposi sinceramente. Lui tacque; forse non mi credeva, o forse era sicuro della mia buona fede. Rimasi solo ad assaporare il caldo umido di quella notte di maggio.

Le forze mi mancavano. Volevo piegare le gambe ma quelle rimanevano molli, snodate; mi sgorgavano le lacrime dagli occhi, a fiumi, eppure non piangevo. Vedevo le piante muoversi e tendermi trabocchetti, e tagliarmi la strada. Il Colonnello mi guardava, mi sorreggeva e non diceva niente; nonostante tutto continuavo ad avanzare, e per quanto poco mi ricordi di quei momenti, posso giurare di non essermi mai fermato.
Forse l’ho ucciso io. Non posso ricordare. Forse ho visto uno di loro, uno del Popolo Antico. Era bianco, il suo volto chiarissimo splendeva tra le pietre nere. Aveva i capelli rossi come il fuoco e le piante lo avvolgevano da ogni lato, attorcigliandosi in spire verdi. Forse lui mi ha detto di ucciderlo. Forse Zeta non voleva… non ricordo, non ricordo più nulla.
Mi sono ritrovato su una baracca in riva al fiume. Le torri erano lontane. Forse l’ho ucciso io. Non volevo, ma forse l’ho ucciso.

Mi ritorna alla mente solo una scena, solo Dio sa se è allucinazione o realtà. Ero rimasto indietro, strisciando tra il fogliame. Il Colonnello aveva fatto uno scatto in avanti, e non lo vidi né udii più per qualche minuto. Ebbi paura che fosse caduto in un’imboscata, in qualche trappola degli indigeni.
Urlai con la poca voce che avevo in corpo: “Colonnello! Colonnello Fawcett!” Sentii la sua risposta arrivare, sorda e rimbombante, come da un altro mondo: “L’abbiamo trovata! Siamo arrivati! Vieni a vedere, Raleigh: è lei, è Zeta. E’ proprio come aveva detto Raposo.. le torri, i portali.. come dicevano gli indios.. i palazzi sono illuminati dalle stelle.. le stelle cadute dal cielo”.
Arrivai allo spiazzo da cui proveniva la voce, con fatica immensa e con una speranza altrettanto immensa negli occhi. Non ricordo di aver visto Zeta. Ma nel calore e nel ronzio di quella sera brasiliana, il Colonnello Percy Fawcett era sparito.
(2002)

21.9.06

I GOT PEOPLE UNDERNEATH MY BED

Questa settimana Radio Lontra vi propone due new entries: il simil-pop-rock delle CSS (Cansei de Ser Sexy), un gruppo di brasiliane che non ha nulla di brasiliano, e la house di Cassius.
Inoltre mi pregio di segnalarvi il geniale sito pandora.com... divertitevi.



Porcupine Tree, "Blackest eyes" (In absentia)
Syd Matters, "Black & white eyes" (A whisper and a sigh)
CSS, "Let's make love (And listen to death from above)" (Cansei de ser sexy)
Elio e le Storie Tese, "Nubi di ieri sul nostro domani odierno" (Elio samaga hukapan kariyana turu)
Amon Tobin, "Sordid" (Permutation)
Cassius, "15 again" (15 again)
Fabri Fibra, "Andiamo" (Mr.Simpatia)
Cooper Temple Clause, "A.I.M." (Kick up the fire and let the flames break loose)
Sonic Youth, "Kissability" (Daydream nation)
Rosalia de Souza, "Que bandera" (Brasil precisa balançar)

20.9.06

ALCOHOL FOR DUMMIES

Secondo gli ultimi dati dell'Osservatorio Giovani e Alcool in Italia è in aumento il fenomeno del binge drinking, ovvero il consumo di 5 bevande alcoliche di fila nello spazio di due ore lontano dai pasti (se volete potete scaricare l'intera indagine). Prometto che farò il possibile per arginare questo terribile fenomeno.
Per fortuna nel nostro paese c'è anche chi si dedica ad altro.
Vi lascio con una bellissima poesia in tema.

The horse and mule live 30 years
and nothing know of wine or beers.
The goat and sheep they also die
and never taste of scotch and rye.
The cow drinks water by the ton
and at 18 years is mostly done.
Without the aid of rum or gin
the dog at 15 cashes in;
the cat in milk and water soaks
and then in 12 short years it croaks.
The modest sober bone-dry hen
lays eggs for nogs then dies at 10.
All animals are strictly dry
they sinless live and swiftly die;
but sinful ginful rum-soaked man
survive by three score years and ten.
And some of us - a mighty few
keep drinking till they're 92.
(Anonimo inglese)

19.9.06

LACRIME NAPULITANE

Una testimonianza della sfortunata trasferta di Piacenza: Calaiò segna ma il Napoli si fa battere in modo ridicolo. (Tutti i diritti riservati a me)



Corsi e ricorsi storici: la mia Kia Pride va dal meccanico, la nuova concept car Kia Proceed si presenta. Un segno del destino?
Nessun commento tranne il seguente:


(n.b. La mia collaboratrice ritarda la consegna del materiale, pazientiamo per la nuova rubrica.)

18.9.06

GOLETTA PROFONDINA

Ristorante "La Goletta"
Ancora un ristorante a Gallarate venerdì sera. Non ci è andata bene come la scorsa settimana purtroppo...
Il locale è frequentatissimo, fin troppo. All'arrivo si rivela completamente vana la scelta di prenotare, più utile sarebbe vantare conoscenze con il proprietario, ma purtroppo non è il nostro caso.
Ci sediamo alle 22.30, cioè un'ora dopo la prenotazione, dopo esserci visti passare davanti ogni sorta di piatti luculliani con pesce alla griglia. Evidentemente però anche le porzioni più generose sono riservate ad altri.
Il menu è abbastanza vasto ma non c'è granchè di particolarmente originale. Antipasti senza infamia e senza lode (capesante con sedano fritto, insalata di polpo, carpaccio di tonno). Primi e secondi prevalentemente di pesce: la cucina ha la strana tendenza a dimenticare il sale, per il resto non è malvagia, ma non ha neppure punte eccezionali. Segnalo gamberoni alla griglia, pochi ma buoni, e orata alla livornese (che nostalgia della Croazia).
In conclusione: atmosfera un po' da cena della mafia, servizio scialbo, piatti non indimenticabili, ma almeno si mangia pesce a prezzi decisamente bassi (primo, secondo e dolce a 25 euro circa).
Ed eccovi la recensione completa per saperne di più.

16.9.06

SI VA A PIACENZA, BEPPE!

Da consumarsi preferibilmente entro...
Questa rubrica vuole essere una veloce "agenda" degli appuntamenti della settimana, a partire da oggi. E' chiaro che segnalerò prevalentemente eventi che interessano a me e che si svolgono nel ridente triangolo Milano-Varesotto-Brianza, ma ogni contribuzione è bene accetta.




Sabato (oggi) tra poche ore potreste venire allo stadio Leonardo Garilli di Piacenza per assistere alla partita di cartello della seconda giornata della serie B calcistica: Piacenza-Napoli, ovviamente (inizio ore 16). Se invece vi trovate nei dintorni di Busto Arsizio, non mancate alle 18 il party inaugurale del Millenote Club, con aperitivo offerto e musica dal vivo. Sempre oggi, infine, intorno alle 23.30 (tempo permettendo) si prevede al sagrato del Piccolo Teatro di Milano (fermata Lanza) il concerto gratuito degli Offlaga Disco Pax, un gruppo che ne sa!

Domenica 17 mentre io lavoro potete alzarvi di buon'ora e dedicarvi a un'escursione nel Parco del Campo dei Fiori, a Varese: si parte alle ore 9 da Brinzio (sede del parco) e alla fine c'è la sagra del fungo. Tutto gratis. A Fagnano Olona invece c'è quest'altra interessante manifestazione, un minimo più impegnativa.
Oggi inaugura anche il Milano Film Festival (in realtà era già iniziato venerdì, ma fate finta di crederci). Consultate il programma completo. Gli appuntamenti più interessanti di oggi sono
indubbiamente la rassegna "Che film ha visto tua madre prima di partorirti?" alle 21.30 e il concerto degli Almamegretta alle 23.30.

Lunedì è giornata tradizionalmente poco vivace, perciò potrete passarla qui sul mio blog dove debutterà una nuova rubrica quotidiana sul cinema tenuta da una promettente collaboratrice. Altrimenti, in serata andate al Blue Note di Milano e gustatevi la serata Jazz and Food - Sapori di Sardegna con musica e cibo a tema.

Martedì 19 all'Alcatraz c'è il concerto dell'ottimo gruppo progressive-underground-indie rock Porcupine Tree (23 euro più prevendita, inizio alle 20).

Mercoledì 20 il campionato di serie A offre un'intera giornata in posticipo serale (20.30) con partitissime del calibro di Atalanta-Empoli, Torino-Siena, il derby dello Stretto Messina-Reggina e il derby dell'isola Messina-Catania!!!! Non perdetevelo per nessuna ragione...

Giovedì 21, se proprio non avete nulla di meglio da fare, sono in programma alcuni interessanti incontri di pallavolo maschile validi per la coppa Italia di serie B. Ad esempio potreste venire con me a Olgiate Comasco per assistere, alle 21, alla sfida tra Bric's Olgiate e Cereda Carnate. In alternativa, la Locanda Nord Est di Gallarate propone un'offerta per certi versi incredibile: una fiorentina, vino e caffé a 20 euro. Se ci andate fatemi sapere...

Venerdì 22 mi segnalano che la Comunità Giovanile di Busto Arsizio organizza una sorta di Oktoberfest "parallela" presso la Colonia elioterapica di via Ferrini. Oggi, in particolare, è prevista una cena a tema con la partecipazione straordinaria di un intero toro allo spiedo. L'ambiente è simpatico e accogliente, soprattutto se avete le "giuste" simpatie politiche.
Altrimenti venite a bervi un vodka tonic al Fresco Art di viale Montenero a Milano!

15.9.06

IL SETTIMO SENSO

A mille ce n'è

(Sottotitolo: L'angolo della letteratura spicciola)
In questo spazio pubblicherò gli scritti della mia giovinezza, dal 1995 al 2004, più o meno (ho avuto una giovinezza difficile e soprattutto lunga).
Occasionalmente, in futuro, potrei dare spazio anche ad altri autori emergenti alla ricerca di visibilità e in possesso di un portafoglio ben nutrito.
Per ora parto con questo racconto del 2002.



Il settimo senso

“Dottò, e io vedo ‘a ggente vecchia.”

Nell’udire le parole di Carmine, il mio primo istinto fu quello di guardarmi intorno, in cerca di una qualche apparenza vivente che giustificasse la sua affermazione. Superato lo smarrimento, tentai di buttarla sull’ironico:

“E tu vai a vendere le mozzarelle davanti al tribunale minorile.. qui che cosa speri di trovare?”

Ma avevo fatto male a dire così, e me ne resi conto subito. Nell’espressione di Carmine non c’era la minima traccia di umorismo, tanto che quando mi rivolse nuovamente la parola appariva quasi mortificato, come se con la mia sciocca risata avessi stroncato ogni sua speranza di comprensione.

“No, dottò, è overo. Quando guardo n’omm’, o ‘na femmena, p’a’ strada, vedo subbito la faccia sua da vecchio. Pure i guaglioni. Ma non tutti, però; certi solamente.”

Carmine era un napoletano verace, o almeno così aveva sempre dichiarato. A dire la verità, per molto tempo ne avevo dubitato: sembrava che facesse finta, calcando apposta la mano su certi atteggiamenti, parlando un italiano fluente in cui parevano incastrate a forza alcune espressioni dialettali, per giunta le più logore e abusate, quasi dei luoghi comuni buttati lì a bella posta per impressionare l’interlocutore.

Ma poi un giorno, incuriosito e senza dubbio affamato, avevo assaggiato le mozzarelle. Ero stato più di cinque minuti alle spalle del cancelliere Capone, spiandolo mentre acquistava una busta stracolma di latticini, finché Carmine non si era fatto avanti per offrirmi un assaggio. (Non è che aspettassi per avarizia: io sono fatto così, come ogni giudice non sono adatto a prendere decisioni.)

Già tagliandone un boccone, e bagnandomi le dita del suo succo lattiginoso, avevo potuto apprezzare la consistenza morbida e porosa, quasi infantile, della mozzarella. Poi azzardai un morso, e sentii l’aroma invadermi le narici, le mani degli impastatori muoversi tra le mie guance, il nodo di latte sciogliersi miracolosamente in bocca..

Non mi feci più domande sull’albero genealogico di Carmine e diventai, una volta alla settimana, suo cliente fisso. La stima che provavo per lui, consapevole messaggero di gioia, era pari soltanto a quella che lui riponeva in me, come uomo di cultura e sapienza. Ed ora era proprio a me che veniva a confidare il suo cruccio, la sua preoccupazione, di più: mi proponeva la sua domanda esistenziale, mi chiedeva di condividere una visione del mondo.

Perché dopo qualche spiegazione avevo capito, più o meno, di cosa si trattava: alle persone che incontrava, clienti o meno, Carmine leggeva in volto i lineamenti che avrebbero avuto venti, trenta, quarant’anni dopo; da vecchi, insomma. E non si trattava di una scelta; non è che egli si dilettasse a fare congetture sul futuro dei passanti, e del resto non ne avrebbe avuto il tempo. Semplicemente, gli bastava cogliere una particolare smorfia del viso, o un profilo solitamente nascosto, per immaginare le variazioni imposte dal tempo. La cosa, com’è ovvio, lo turbava.

Non si poteva dire che fosse bello, Carmine. Tuttavia aveva carisma, freschezza, e un certo fascino che attirava indiscutibilmente le donne; avrei potuto giurare che da giovane fosse stato, se non un playboy, quantomeno l’oggetto del desiderio di molte ragazze. Lo dico perché in quel momento mi apparve in maniera lampante che per Carmine questo fatto della “ggente vecchia” non era soltanto un’allucinazione, un brutto sogno, ma un principio che regolava tutta la sua vita. Mai avrebbe potuto accettare di passare tutta la sua vita con una donna che immaginava già sessantenne, seduta in poltrona a sferruzzare: e difatti, di sua moglie si poteva dire tutto meno che non fosse giovanile.

Solo raramente la si vedeva gironzolare intorno al baracchino delle mozzarelle: era una donna violenta, passionale, sempre pronta ad attaccare briga, anche con i clienti. Era chiaro come il sole che urla, litigi, tradimenti fossero all’ordine del giorno tra i due coniugi; eppure in quella donna insopportabile c’era qualcosa di diverso. Qualcosa che rendeva impossibile, anche con uno sforzo estremo, immaginarla in età avanzata.

Mentre riflettevo su questo, la mia più grande preoccupazione era che Carmine fosse costretto ad abbandonare il suo posto di lavoro. Si erano già avuti dei segnali inquietanti in questo senso. In particolare ne avevo avuto sentore parlando nei corridoi con il procuratore De Biase, napoletano anch’egli:

“Chillo proprio accà davanti ‘o tribbunale ha dda sta’? ‘O capisci.. ‘a nuostra immaggine..”

De Biase era sempre alla ricerca del decoro che nobilitasse la giustizia, dimenticando a volte la giustizia che avrebbe nobilitato il decoro. Comunque, era efficace e temibile, di solito preferiva agire e tacere: quindi, il fatto che avesse parlato di questo argomento in qualche modo mi tranquillizzò, convincendomi che avrebbe finito per non fare nulla.

Infatti, non fu lui a muoversi. Una mattina trovai davanti all’ingresso del tribunale Francesconi, un parolaio zelante, che tutto impettito, mosso da un orgoglio incomprensibile e incompreso, dava indicazioni per far sgombrare l’area dagli intrusi abusivi. Francesconi era stato istigato dal custode, un uomo astioso che da tempo covava qualche sordida vendetta nei confronti di Carmine, per uno di quegli inspiegabili odi che sorgono spesso tra chi versa nelle stesse difficoltà.

Non potevo fare nulla per difendere il mio fornitore e, del resto, forse non l’avrei fatto: per lui io ero la voce della saggezza, il servitore della giustizia. Che cosa avrebbe pensato se per aiutarlo avessi violato le leggi? Era questo che mi frenava: era il decoro, come avrebbe detto De Biase.

Sono rimasto così da solo, senza mozzarelle e con i miei dubbi sulle visioni che angosciavano (angosciano) Carmine. Nella mia mente guastata dal ragionamento, allenata a tarli e rovelli, ho ormai ricostruito quella che doveva essere la sua teoria. Secondo Carmine, probabilmente, esistono due tipi di persone: alcuni, fin da giovani, hanno impresso in volto ciò che sarà di loro in futuro, e sono destinati a non cambiare mai. Manterranno per sempre i loro lineamenti, e implicitamente il loro carattere, i loro difetti, le loro ossessioni; perché in loro, oltre all’aspetto, c’è anche l’inerzia degli anziani, c’è lo stimolo alla pigrizia, la ricerca della comodità, la tentazione di rimanere uguali a se stessi. Non ho mai saputo se per Carmine io appartenessi a questa categoria.

In ogni caso, mi sono spinto molto più avanti nell’analisi, e mi piacerebbe discuterne con l’ispiratore di tutto questo, magari davanti ad un piatto di mozzarelle fresche con olio e pepe. Per ora ripercorro le sue orme, e in ogni volto che incrocio cerco di scorgere i segni dell’età più avanzata. Sono sempre più convinto che alla fine in tutti gli occhi riuscirò a vedere gli occhi di un anziano; che, come in una mozzarella, anche negli uomini le qualità rimangano inalterate dal latte appena munto fino alla fine dell’ultimo boccone, e che in fondo non sia possibile invecchiare mai.

14.9.06

ED IL FIUME LI GUARDA PASSARE

Radio Lontra
Qui metterò una selezione della musica che ho ascoltato (non necessariamente per mia volontà) nel corso della settimana... in pratica una playlist a settimana così poi alla fine dell'anno posso fare "il meglio di" e venderla a peso d'oro... che bello eh???
N.B. Ho appena firmato un contratto con una major discografica, pertanto il download illegale e la masterizzazione di questi brani saranno puniti con la morte per decapitazione tramite cd (tipo "Arma non convenzionale"). Buon ascolto.




Francesco De Gregori, "1940" (dall'album Alice non lo sa)
Thom Yorke, "Analyse" (The Eraser)
Pearl Jam, "Marker in the sand" (Pearl Jam)
Daedelus, "Drops" (Exquisite corpse)
Silent Poets, "Don't break the silence" (To come...)
Fabri Fibra, "Coccole" (Tradimento)
Up, Bustle & Out, "Aui no ma" (Zen CD)
Frankie Hi-NRG MC, "Potere alla parola" (Rapcital)
Lucio Battisti, "Don Giovanni" (Don Giovanni)
Dizzy Rascal, "I luv you" (Boy in da corner)

13.9.06

SPINGITORI DI FURGONCINI

Otvoreni
Otvoreni vuol dire libero (in croato), quindi, in parole povere, mi sono riservato il mercoledì per postare quello che mi pare... oggi, visto che ormai i blogger sono out (mentre essere out è sempre molto in), ho deciso di iniziare con un tipico intervento da blogger.



Spingitori di furgoncini
Ne capitano di cose in quella ridente cittadina pullulante di vita che ho la (reciprocamente dubbia) fortuna di abitare da 21 anni e 356 giorni. Può capitare, ad esempio, di recarsi al più vicino distributore automatico di cinematografia verso mezzanotte, nel deserto più totale, per restituire l’ultimo film di un regista omonimo di una nota birra, e di ritrovarsi poco dopo a trainare per svariate centinaia di metri il sospetto furgoncino di due sospetti individui, nella speranza più che nella certezza di non rendersi complice di un reato penale. Può capitare di trascinare il suddetto furgoncino lungo il viale principale della città, prospiciente alla locale questura, e, una volta giunti alla meta, può capitare di spingerlo a braccia all’interno del cortile di una palazzina, prima di allontanarsene il più velocemente possibile.
Questi episodi di commovente solidarietà fra sconosciuti (o di favoreggiamento aggravato?) possono capitare casualmente la sera dell’11 settembre, anniversario di molte cose fra cui una tragedia nordamericana, una tragedia sudamericana, e la prima riunione del movimento di resistenza non violenta creato da Mohandas Karamchand Gandhi.
Il nome Gandhi significa droghiere, ma questo non ci interessa.
Il fatto che l’unico personaggio storico in grado di creare un movimento di lotta pacifica di dimensioni internazionali sia nato in India è curioso. In effetti credo che il concetto di “lotta pacifica” o di “rivoluzione non violenta” potesse nascere solo in India, terra di religioni che predicano l’abbandono delle passioni e il distacco dal mondo terreno. Ma perché proprio in India? Perché solo questo popolo è riuscito a comprendere, anche se solo in parte e per breve tempo, l’utilità di una strategia basata sulla rinuncia e sulla sopportazione? Una ragione ci deve essere.
Una ragione c’è, e mi è venuta in mente improvvisamente l’altro giorno mentre mi agitavo inutilmente cercando di scacciare l’ennesimo fastidiosissimo insetto: dopo millenni di convivenza con un’invasione di mosche affamate, l’idea dell’inutilità della guerra acquista tutto un altro significato.

“Mr.Gandhi, cosa ne pensa della civiltà occidentale?”
“Penso che sarebbe una buona idea”.
(1930)

12.9.06

SEPARATI ALLA NASCITA

Teleimmagini?
Non c'è bisogno di grandi presentazioni: ogni settimana pubblicherò le immagini più significative trovate in rete o nel mio immenso archivio (o più semplicemente pubblicherò le prime che mi passano per la testa). Oggi, tanto per attirare il becero pubblico di massa, dedico questo spazio a televisione, musica pop e calcio.




A sinistra Sela Ward (attrice del serial tv "Dr.House"), a destra Ilaria D'Amico (giornalista e conduttrice Sky). O era il contrario?




Bugo è spesso stato considerato (probabilmente a ragione) il clone italiano di Beck. In effetti anche la sua canzone "Il cellulare è scarico" (2001) è chiaramente ispirata al nuovo singolo di Beck "Cell phone's dead" (2006).




Mentre noi facciamo di tutto per dimostrare ai francesi che anche quel giorno avrebbero potuto vincere loro, il sito fkmz.com fa affari pubblicizzando questa splendida maglietta con un modello d'eccezione (è lui o non è lui)?

11.9.06

IL MITILE IGNOTO

Locustando
Chi mi conosce avrà già capito che questa rubrica non è altro che uno squallido stratagemma per fare spamming verso il mio sito. Funziona così: io posto alcune descrizioni ricche di particolari inutili e frammentari sui ristoranti che ho visitato, così vi invoglio a visitare il sito dove trovate la vera recensione insieme a un sacco di altre cose fastidiosissime.
Tutti pronti?


Ristorante "Da Totò"
Avrei voluto dedicare la prima puntata al locale più celebre e rinomato della Lombardia, il Crotto da Gusto; ma visto che l'attualità incalza eccovi invece la freschissima impressione sul ristorante "Da Totò" a Gallarate, visitato pochi giorni fa dalle Locuste.
Ristorante aperto da poco e di inconfondibile impronta partenopea: quadri alle pareti, arredamento, cibo, vini, personale e gran parte della clientela vengono da Napoli. Il che è un bene perché finalmente il menu varia un po' rispetto alla solita tiritera di tutti i ristoranti di pesce (cocktail di scampi, spaghetti alle vongole, fritto di calamari...). Altro punto a favore, la lista è ricca di piatti, tutti disponibili: se c'è una cosa che non sopporto sono quei ristoranti in cui, se provi a ordinare 3 primi diversi, ti dicono "eh ma è meglio se prendete tutti la stessa cosa...". Ma come è meglio?? Ma allora che ci sono venuto a fare al ristorante?
Comunque, da Totò c'è un po' di tutto e tutto davvero abbondante: si fa veramente fatica ad arrivare alla fine, anche perché gli antipasti valgono già da soli un'intera cena. Ho parlato di pesce ma in realtà si mangiano soprattutto frutti di mare e crostacei: i piatti migliori sono la zuppetta alla luciana e i paccheri del pescatore.
Il servizio è piuttosto approssimativo, ma si può perdonare. I prezzi invece sono sul medio-alto (35-40 euro per una cena completa): purtroppo è questa la media per un ristorante di pesce della zona, anche se la maggioranza non si sogna neppure di raggiungere questi livelli qualitativi e soprattutto quantitativi.
Mi fermo qui, se volete di più gustatevi la recensione completa.
Alla prossima

8.9.06

THE FINAL COUNTDOWN


-3 giorni all'inizio delle trasmissioni.

(Lo sapevate che il vero nome di Joey Tempest è Joakim Larsson?)

6.9.06

GIORNO PER GIORNO, DENTE PER DENTE


Cos'è un palinsesto? E' molto semplice.
Da lunedì in poi pubblicherò un post al giorno. Ogni giorno della settimana sarà dedicato a una specifica rubrica, secondo questo schema:

LUNEDI' - Locustando
Il ristorante della settimana


MARTEDI' - Teleimmagini?
Le immagini della settimana

MERCOLEDI' - Otvoreni
La settimana della settimana

GIOVEDI' - Radio Lontra
La colonna sonora della settimana

VENERDI' - A mille ce n'è
Il racconto della settimana

SABATO - Da consumarsi preferibilmente entro
Gli appuntamenti della settimana

DOMENICA - nulla
E il settimo giorno si lavorò.

Dato che siamo su Internet, non correte il rischio di perdervi niente e quindi, anche se avete l'appuntamento dallo psicologo o la partita di curling, non chiedetemi di registrarvi una rubrica e passarvi la cassetta, che poi me la rovinate o addirittura ci incidete sopra l'ultima puntata del Dr.House.

Naturalmente non mi farò alcuno scrupolo nel violare spesso e volentieri le regole or ora enunciate nonché nel cambiare arbitrariamente l'ordine delle rubriche o il contenuto del blog.
Per oggi è tutto, vi saluto e buona prosecuzione con i programmi di SORRY FOR THE INCONVENIENCE.

5.9.06

SO LONG, AND THANKS FOR ALL THE FISH


Si può iniziare con un addio?
Evidentemente sì (Era una domanda retorica).
Si può rispondere a una domanda retorica?
Certo.
Si può?
Prego, entrate pure.

Questo è il mio blog. Non avrò altro blog all'infuori di questo, quindi se avete bisogno cercatemi qua o, nel caso, lasciate detto a quello del blog di sotto.
Questo blog sarà rigidamente organizzato tramite un preciso e inviolabile palinsesto settimanale, caratteristica che lo distinguerà da tutti gli altri blog, o almeno da quelli non rigidamente organizzati tramite un preciso e inviolabile palinsesto settimanale.
Come dite? Il palinsesto? Lo pubblico subito. Domani.

'un c'è miha furia.